mercoledì 17 febbraio 2021

Appello: "Curiamoci del Bellunese"




A due anni da Vaia, nel mese di dicembre un fenomeno simile seppur di minore portata, ci ha fatto rivivere le stesse preoccupazioni riportandoci all’ormai consueto rituale da post-evento climatico: la conta dei danni.

E’ l’aritmetica, non più letteratura, a ricordarci l’impatto che la crisi climatica e questo modello estrattivo e predatorio di “sviluppo” hanno sulla nostra terra, che ci ricorda quanto siamo vulnerabili. Quella stessa fragilità che emerge con forza in questo momento di pandemia globale.

Ed è solo acquisendo maggiore consapevolezza della nostra interdipendenza, tra di noi, tra noi e l’ecosistema di cui facciamo parte, che possiamo intraprendere un reale percorso di cambiamento. Il pensiero unico del mercato, una società fondata sulla competizione, sulle diseguaglianze, sulla riduzione a merce del tutto, hanno decomposto diritti fondamentali delle persone, svuotato e privatizzato i servizi del welfare, desertificato le reti sociali e del lavoro, determinato emergenze ambientali prossime alla non reversibilità, anche grazie alla funzione per lo più ancillare delle Istituzioni subalterne ai poteri economici ed incapaci finanche di funzioni meramente regolatorie.

Niente può essere quindi come prima perché è stato il prima a causare questo disastro.

L’antidoto all’economia del profitto non può che essere il suo contrario: la società della cura. La precondizione per la transizione è quella di lavorare per rovesciare filiere e processi oligarchici e centralistici di governo che partono dalle macroeconomie, attraversano lo Stato ed impattano sui territori, nel loro opposto con un “progetto locale” di reti di comunità, di saperi e culture diffuse, in grado di cooperare, di includere, di prendersi cura di sé, degli altri e dell’ambiente.

Pensando globalmente, il progetto locale potrebbe generarsi intorno ai seguenti 7 temi/obiettivi:

1) LOTTA ALLE DISUGUAGLIANZE SOCIALI E TERRITORIALI

- rivendicare politiche di compensazione e perequazione territoriali per fermare l’abbandono e favorire nel contempo un neopopolamento di un territorio desiderabile capace di dare senso a nuovi ed alternativi progetti di vita;

- politiche di redistribuzione della ricchezza attraverso strumenti di sostegno al reddito, anche per favorire il vivere ed abitare in montagna;

-sostegno e potenziamento dell’edilizia residenziale pubblica e dell’eliminazione della “povertà energetica”;


2) PER UNA RICONVERSIONE ECOLOGICA DELLA PRODUZIONE

- promuovere un piano industriale per la provincia di Belluno fondato su incentivi per la qualificazione e l’efficientamento degli impianti produttivi e inquinanti;

- politiche per il risparmio, l’efficientamento e l’autoproduzione energetica (comunità energetiche);

- trasformare il bellunese in un grande socio-bio-distretto delle sostenibilità.


3) PER UNA ECONOMIA CIRCOLARE E DI PROSSIMITÀ

- sostegno alle filiere corte, ai mercati contadini, alle attività di vicinato e alle imprese sociali, ai GAS e all’agroecologia anche con l’assegnazione di terreni pubblici per gli orti comuni, per l’agricoltura sociale, la conservazione della biodiversità coltivata e delle produzioni a rischio di erosione genetica;

- stop al consumo del suolo, investimenti nella rigenerazione urbana nel restauro degli edifici rurali con recuperi funzionali anche per la multifunzionalità, l’ospitalità diffusa di servizio al turismo lento e sostenibile (cammini, ciclabili);

- investimenti nella differenziazione, riciclo e riuso dei rifiuti.


4) PER LA TUTELA E LA SICUREZZA DEL TERRITORIO

- investimenti per la mitigazione del dissesto idrogeologico e per la riqualificazione/rinaturalizzazione degli ecosistemi fluviali;

- potenziamento e sostegno in chiave ecologica delle filiere agro-silvo-pastorale e del legno, della manutenzione della montagna ad esse legate, qualificazione della filiera termica delle biomasse per la riduzione degli inquinanti;

- lotta alle infiltrazioni della criminalità organizzata nell’economia bellunese, maggiore sicurezza sui posti di lavoro e superamento della precarietà esistenziale e reddituale.


5) PER UN TERRITORIO CONNESSO E NON DI PASSAGGIO

- potenziamento ed integrazione dei servizi di trasporto pubblico, attivazione del trasporto flessibile a chiamata;

- sbocco della ferrovia verso nord, completamento dell’elettrificazione delle tratte ferroviarie e miglioramento della viabilità ordinaria. No al prolungamento dell’A27;

- potenziamento della banda larga, realizzazione di nuove piattaforme e sistemi informativi di comunità;


6) PER UNA COMUNITÀ IN SALUTE, SOLIDALE E APERTA

- sostegno al volontariato e potenziamento della rete pubblica dei servizi socio-sanitari, delle farmacie rurali, della medicina, della pediatria di base e dell’assistenza infermieristica domiciliare, nella ridefinizione di un innovativo Piano di Zona;

- difesa e conquista dei diritti delle donne e della comunità LGBT;

- da migranti a nuovi montanari, per uno sviluppo delle politiche di integrazione e accoglienza diffusa.


7) PER IL DIRITTO ALLA CULTURA E ALLA PARTECIPAZIONE

- lotta alla povertà educativa e potenziamento delle strutture convittuali e residenziali a sostegno del pendolarismo scolastico e del tempo pieno;

- sostegno alle organizzazioni, agli eventi, agli spazi culturali e tutela/valorizzazione non mercificata, del patrimonio storico culturale legato all’identità sociale della vita di montagna.

- sostenere e promuovere i processi partecipativi di comunità individuando nuovi istituti di autogoverno dei beni comuni.


Sette punti per un programma tra di noi, per agire.

Sette colori che compongono la nostra bandiera arcobaleno della giustizia climatica, ambientale e sociale. Un arcobaleno che rappresenta la nostra unione, la nostra interdipendenza tra le differenze. Curiamoci di noi, tra di noi.

Curiamoci di questo magnifico e unico territorio.

Per una società della cura – Assemblea bellunese


Per adesioni e info:

societadellacurabelluno@gmail.com

WhatsApp - num. 3381672562


Prime adesioni:

Lorenzo Bogo -- Valter Bonan -- Laura Casagrande -- Europa Verde Belluno -- Moira Fiorot -- Giancarlo Garna -- Gruppo Natura Lentiai -- Tindara Malesi -- Guido Mattera -- Andrea Mazzorana -- Daniele Masoch -- Marzio Minacori -- Partito Comunista Italiano di Belluno -- Nico Paulon -- Jacopo Polli -- Progetto Serigrafia Beeink -- Rifondazione Comunista Bellunese -- Olga Rosa -- Chiara Sacchet -- Marilena Sartor -- Sinistra Italiana Bellunese -- Gino Sperandio -- Ilaria Sperandio -- Giuliano Tremea -- Luigino Tonus -- Veneto che Vogliamo provincia di Belluno -- Elena Vieceli -- Adriano Zampol -- Mariarosa Zortea -- Sisto Zuccolotto

martedì 16 febbraio 2021

Presentazione del libro "La Bolla Olimpica"


L’assemblea provinciale bellunese “per una società della cura” organizza per giovedì 18 febbraio alle ore 18:30 su piattaforma on-line GoToMeeting (accedi al link) la presentazione del libro "La bolla olimpica” edito da Mimesis per la collana “Eterotopie” con la partecipazione del curatore Silvio La Corte.

Il libro racconta le illusioni e gli interessi in gioco che hanno accompagnato le ultime edizioni olimpiche, da Atene 2004, passando per Torino 2006, Pechino 2008, Londra 2012 e Tokio 2021. Un’opera collettiva, utile ad aprire un dibattito sulla sostenibilità, sociale, economica ed ambientale del grande evento a cinque cerchi. Un libro che ha l’obiettivo di evidenziare quanto già accaduto nelle precedenti edizioni affinché, in vista dei Giochi del 2026, non si commettano gli stessi errori, o, peggio ancora, se ne commettano di più grandi.

Significativa, in tal senso, la prefazione di Giacomo Feltrin, che ricorda l’esultanza del Comitato Italiano di Milano Cortina a Losanna nel 2019 al momento dell’assegnazione dei Giochi. “Quello che in quella sorta di euforia generalizzata era venuto a mancare – scrive – era un serio e pacato confronto sui costi sociali, economici e ambientali di un’impresa come le Olimpiadi. Un confronto che non fosse frutto del pregiudizio o di disegni ideologici, ma che facesse tesoro delle tante ricerche scientificamente attendibili che si erano sviluppate nel corso di anni”.